Blogtour: "Il rituale del male" di Jean - Christophe Grangè

by - mercoledì, dicembre 07, 2016


Buon pomeriggio a tutti cari Entucci! Ecco finalmente arrivato il turno per il nostro blog di ospitare una tappa del blog tour dedicato a "Il rituale del male" di Jean - Christophe Grangè.  Ma prima di passare alla nostra tappa voglio farvi una piccola presentazione del libro....


Prezzo: € 19,90
Ebook: € 11,99
Pagine: 752
Genere: Thriller
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 20 Ottobre 2016

Dall'autore di I fiumi di porpora 
Un serial killer senza volto. 
Una sfida che viene dal passato. 
Perché il male non lascia scampo. 

Sinossi: L'aria è malvagia sull'isola di Sirling, al largo della costa bretone. Un'aria salmastra, appiccicosa, in cui l'odore del mare si mescola alle immagini di un macabro rituale, al ricordo di un uomo, uno spietato serial killer dalla firma inconfondibile. L'Uomo Chiodo, però, ha smesso di colpire da più di quarant'anni. Nel 1971. A Lontano, nel cuore del Congo. Ma i segni di quei terribili omicidi emergono ora dal limbo del tempo in una base militare di fulgida tradizione. Il corpo di un giovane cadetto, dilaniato da un'esplosione, viene ritrovato all'interno di un bunker. I rilievi del medico legale non lasciano dubbi: il corpo è stato trafitto da centinaia di chiodi arrugginiti, gli organi asportati, gli arti orrendamente mutilati. A occuparsi del caso, stranamente, non è la polizia militare, ma la prestigiosa squadra Omicidi di Parigi, guidata dal comandante Erwan Morvan. Erwan è figlio di quel Grégoire Morvan che, proprio a Lontano, aveva messo fine alla scia di sangue dell'Uomo Chiodo, quello che sulle risorse minerarie del Congo ha costruito la propria fortuna e che ora, da una posizione defilata, comanda le leve della polizia francese. E mentre le vittime si moltiplicano e gli indizi si fanno via via più evanescenti, il fantasma dell'Uomo Chiodo torna a braccare i Morvan e a scuotere dalle fondamenta il buon nome di una famiglia in apparenza inattaccabile. Ben presto l'indagine costringe Erwan sulle tracce delle più oscure gesta di suo padre in Africa, trasformandosi in una sfida che oltrepassa le leggi dello spazio e del tempo, in cui nessuno è senza colpa e nessuno conosce la verità. Una corsa sfrenata per salvare chi ama, che condurrà Erwan lontano dalla Francia, nel cuore del Congo oscuro e sanguinoso che ha tenuto a battesimo la sua stessa esistenza. 

Tradotto in trenta lingue, Jean-Christophe Grangé è uno degli autori di thriller più venduti in tutto il mondo. Con Il rituale del male ha confermato il suo ruolo di re francese del noir, vendendo in un solo mese 200.000 copie e piazzandosi in cima alle classifiche dei bestseller. Una storia che intreccia passato e presente, Europa e Africa, moderne tecniche investigative, superstizioni e credenze religiose, conquistando il lettore con la potenza selvaggia di un mito antico. 


Estratto



Approfondimento del Personaggio Morvan

Ho scelto di approfondire il personaggio più particolare per me: Grégoire Morvan. Non è lui il personaggio principale del romanzo, ma è quello che - almeno così è stato per me - colpisce di più. Non è un personaggio al quale ci si "affeziona" durante la lettura, è uno di quelli che solitamente si odiano dall'inizio alla fine. Eppure a me è successo il contrario: ho adorato Morvan. Sarò afflitta da un qualche problema mentale? Probabile. Deducete voi...

Grégoire Morvan è sempre stato un maoista convinto, con tendenze omicide. È furbo, scaltro, temuto da tutti e quindi rispettato come pochi. Un uomo di grande influenza, ma non per le sue idee, più che altro per l'immagine che mostra di sé. Penserete che si faccia vedere in un modo ma poi in fondo è tutto l'opposto. Lo pensavo anche io all'inizio, ma non è così. Morvan è veramente stronzo, cattivo, violento, fin dentro al midollo. Non accetta nessun parere che non sia identico al suo e se qualcuno osa contraddirlo, esce fuori il suo lato sanguinario e spacca il muso a chiunque non la pensi come lui. 

A ventun'anni si occupava del servizio d'ordine nelle manifestazioni e faceva volantinaggio ma poi ha deciso di voler fare di più. Non aveva nessuna qualifica, nessun titolo di studio, era senza il becco di un quattrino, eppure riesce a entrare in polizia come agente. È un uomo con le sue idee, che si è distaccato da tutte le correnti ideologiche per favorire una sola ambizione: la sua. Sa tutto, spesso prima di chiunque altro ed è arrogante, razzista, determinato e sicuro di sé. Chi sbatterebbe fuori a calci in culo un personaggio del genere? I suoi superiori dell'epoca lo sapevano. Sapevano che un tipo come Morvan poteva essere l'elemento perfetto da infiltrare tra i ranghi dei trotzkisti e dei maoisti nel '68 e gli suggeriscono di farlo. Lui li manda a quel paese, non ama prendere ordini da nessuno, ma quella proposta gli fa venire un'idea: si iscrive al SAC - servizio di azione civile - ,polizia paramilitare, un gruppo di ex militari violenti. E  per Grégoire integrarsi in quell'accozzaglia di delinquenti è un gioco da ragazzi. Essere un poliziotto è la sua miglior garanzia e nel giro di qualche giorno riesce a sapere già tutto: i blitz, le operazioni sotto copertura. Morvan è un uomo molto intelligente ma vive da sempre dominato dalla collera e dall'odio anche verso se stesso. Detesta gli alti funzionari, i dirigenti amministrativi, i colletti bianchi, tutti coloro che sembrano aver dimenticato che la storia, prima di essere scritta nei libri, è fatta da colpi di mano, rivolte di strada, intrallazzi nei bassi fondi. Odia le associazioni, i clan, le corporazioni.

Tutti quelli che avevano bisogno di essere in tanti per sentirsi qualcuno. Partiti politici, massoni, razzisti, antirazzisti, ecologisti, sindacati, lobbisti, magistrati, poliziotti, militari, oltre naturalmente a ebrei, cattolici, musulmani e omosessuali.... tutti uguali, tutti miserabili. Non sopporta i figli di papà che non avevano dovuto dimostrare nulla per arrivare dove si trovano. Ma soprattutto detesta i giornalisti. Quelli sono i peggiori di tutti perché non volevano sporcarsi le mani. Segnano a dito gli errori dei politici ma non si schierano mai. Accusano i corrotti e venderebbero la loro madre per un rimborso spese. Non avrei mai detto che uno così potesse poi avere una famiglia tutta sua. Un uomo del genere andava rinchiuso in isolamento e lasciato a morire. Non va meglio con Maggie, sua moglie e con i suoi figli. L'uomo è un patriarca temuto, un tiranno che stila delle regole imprimendole sulla pietra e che le fa rispettare senza se e senza ma. Accanto a lui Maggie, appare il suo esatto contrario: ex hippie, che ha mantenuto quello stile sia per quanto riguarda l'abbigliamento, sia per le abitudini alimentari. Chi mai starebbe accanto a un uomo del genere? Chi mai accetterebbe anche solo di conoscerlo, figuriamoci sposarlo? Nessuno conosce il motivo per cui Maggie sia da tanto tempo e ancora accanto a un tipo come Grégoire. Lui l'ha sempre trattata male, insultandola pesantemente e le botte non mancavano mai. Mi ha stupito il fatto che a quasi settant'anni, la picchiasse ancora e ancora. Maggie con l'età impara a sopportare meglio i colpi e a nascondere come può i lividi violacei sul suo corpo. Oh e poi ci sono i figli. Loïc il più piccolo, diventato poi uomo d'affari e Erwan, il maggiore che si occupa degli affari di famiglia. Morvan è un padre autoritario e violento (fisicamente e moralmente), domina e pretende di condurre la vita dei suoi figli che ovviamente non ne escono indenni.

Questo romanzo è un successo incredibile e va letto per essere apprezzato. E non solo la storia in se, ma anche i personaggi e i loro lati caratteriali. Non si può capire questa storia da una recensione seppur scritta bene, né si possono apprezzare e comprendere i personaggi da un banale post come questo dove più che altro ho scritto di getto i miei pensieri su Morvan che per me, anche se in realtà non lo è, rimani il protagonista di questo romanzo. I rapporti tra Morvan, la moglie, i figli e la vita, sono stati ritratti da Grangé con grande acutezza psicologica. Ecco cos'è questo thriller: una storia che prende la mente, che la cattura gettandola in un vortice chiamato Grégoire Morvan.

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